Una voce da Gaza: “Viviamo sotto una dittatura repressiva, speriamo che Israele elimini Hamas rapidamente e la guerra finisca”

Scrittore palestinese al Jerusalem Post: “Entrare a Rafah è l'unico modo per debellare Hamas, che pretende condizioni impossibili per consegnare gli ostaggi”

Intervista di Ohad Merlin

M. è uno scrittore di Gaza. Ha parlato al Jerusalem Post da dove si trova attualmente, nel sud della striscia di Gaza, insieme a centinaia di migliaia di altri sfollati. Qual è la situazione attuale a Rafah?

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E’ un infame ricatto: se Israele cede, perlomeno non si faccia illusioni

Da tempo Israele dà la caccia ai terroristi, li arresta, li condanna e poi deve scarcerarli fantasticando di poterli punire successivamente. Questa volta perlomeno lo faccia senza nutrire false speranze

Di Nitsana Darshan-Leitner

L'eliminazione mirata di Marwan Issa (il capo n. 3 nella gerarchia di di Hamas) garantisce che il “lungo braccio” di Israele raggiungerà tutti i terroristi ovunque si trovino, e che quindi non c’è da preoccuparsi se, costretto dal ricatto per la liberazione degli ostaggi, Israele dovrà scarcerare qualunque terrorista, anche quelli che si sono macchiati di orrendi reati di sangue?

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L’unica via d’uscita è piegare Hamas

Se Israele cedesse alle pressioni internazionali sarebbe il trionfo di Hamas, la fine di ogni prospettiva a due stati, altri 7 ottobre contro lo stato ebraico, la guerra perenne

Di Bernard-Henri Lévy

Immaginiamo che, incalzato da un Biden a sua volta assillato da un elettorato che gli rimprovera il sostegno a uno stato “genocida”, Israele rinunci a entrare a Rafah per stanare i tre battaglioni sopravvissuti di Hamas. Supponiamo che Israele accetti il cessate-il-fuoco totale, a tempo indeterminato

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Consiglio di Sicurezza dell’Onu: gli Usa si astengono, Hamas ringrazia

Il mondo abbandona gli ostaggi israeliani. L’ambasciatore d’Israele: “Come mai questo Consiglio può condannare i crimini di Boko Haram e gli attentati in Russia e Iran, ma non riesce a condannare quelli perpetrati in Israele?”

L’ambasciatore israeliano presso l’Onu, Gilad Erdan, ha criticato con veemenza il Consiglio di Sicurezza dell'Onu per aver adottato una risoluzione che chiede un immediato cessate il fuoco durante il mese di Ramadan (che termina fra due settimane) senza condizionarlo al rilascio degli ostaggi.

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In Israele la popolarità di Netanyahu è crollata, ma non per le ragioni per cui viene attaccato in Occidente

In grande maggioranza gli israeliani sostengono gli obiettivi della guerra contro i terroristi a Gaza, ma non si fidano più di Netanyahu e vorrebbero elezioni anticipate

Di Ron Kampeas, David Horovitz, J.J Gross

Nella loro crescente critica alla guerra di Israele contro Hamas a Gaza, i leader del partito democratico americano puntano tutto contro un uomo: il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu.

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Non è vero che Israele rafforzò Hamas contro Ramallah (anche se ora fa comodo sostenerlo)

Prima e durante Netanyahu, Israele contrastò duramente Hamas, pur cercando di evitare una crisi umanitaria a Gaza di cui sarebbe stato ovviamente incolpato. Altri sono i veri responsabili del rafforzamento di Hamas

Di Ori Wertman

Dopo il massacro del 7 ottobre, ma in realtà avveniva anche prima, viene ripetuta l’accusa al primo ministro Benjamin Netanyahu d’essersi adoperato, durante il suo mandato, per rafforzare Hamas nell'ambito di una strategia volta a indebolire l'Autorità Palestinese

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Chi invoca un cessate il fuoco immediato e permanente affossa la soluzione a due stati

Se Hamas potrà cantare vittoria, accrescerà il suo potere, scalzerà l’Autorità Palestinese e renderà impossibile creare uno stato palestinese che conviva in pace accanto a Israele

Di Arnie Singer

I governi, gli enti e gli individui che chiedono un cessate il fuoco permanente a Gaza spesso sono gli stessi che sostengono anche una soluzione a due stati con la quale i palestinesi otterrebbero uno stato indipendente accanto a Israele.

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Hamas ruba il cibo ai palestinesi (e come al solito la colpa viene data a Israele)

E’ Hamas che sta usando la fame come arma di guerra, ed è Hamas che potrebbe porre fine a tutte le sofferenze e le morti se solo rilasciasse gli ostaggi e deponesse le armi

Di Jason Shvili

“Israele sta intenzionalmente affamando la popolazione palestinese a Gaza” affermano gli “esperti” delle Nazioni Unite. Questa accusa è palesemente falsa: Israele non è né responsabile né complice della fame degli abitanti di Gaza.

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La vera sconcezza? Quella “trattativa” per il rilascio degli ostaggi che non dovrebbe nemmeno esistere

Cos’è che non è chiaro nelle parole “rilasciare tutti gli ostaggi immediatamente e incondizionatamente” pronunciate dalla Corte di Giustizia Internazionale?

Da un articolo di Moshe-Mordechai van Zuiden

Mi domando: il mondo intero è impazzito? Prendere in ostaggio civili innocenti è un crimine contro l’umanità. Discriminare i “prigionieri di guerra” per etnia o religione è un crimine di guerra. Non proteggere, nutrire e dotare di assistenza medica (compresi farmaci salvavita) i “prigionieri di guerra” è un crimine di guerra. Non comunicare i loro nomi e le loro condizioni (vivi o morti?) è un crimine di guerra. Impedire a enti come la Croce Rossa di vederli è un crimine di guerra.

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Stati Uniti e governi occidentali non capiscono cosa significa questa guerra per Israele

Per Israele la sconfitta di Hamas è una questione di sopravvivenza. Non è come le guerre combattute dagli occidentali in Iraq e Afghanistan, a migliaia di km di distanza: l’esercito terrorista votato allo sterminio degli ebrei si trova letteralmente sulla porta di casa degli israeliani

Di Meir Ben Shabbat

La posizione del presidente degli Stati Uniti Joe Biden a fianco di Israele all'inizio della guerra scatenata dalla carneficina del 7 ottobre sarà ricordata come uno dei momenti più alti della relazione speciale tra i due paesi. Ma quella posizione si è andata attenuando col passare del tempo

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